Ponte Expo 2015


Progetto Cromatico

Ponte Expo 2015
Milano

INTRODUZIONE AL PROGETTO

Inserire nel paesaggio un manufatto complesso, come un ponte di grandi dimensioni, un servizio di primaria necessità, ci obbliga a fare delle riflessioni sulla natura delle relazioni e sulle modifiche che esso apporterà all’ambiente specifico.
Interventi di questo tipo non possono essere concepiti solamente come frammenti tecnologici, privi di una logica qualitative nei confronti dell’ambiente.
Occorre interpretare il contesto dell'area sulla quale si va a intervenire, per meglio cogliere ciò che di caratteristico, quale identità specifica connota quel luogo rispetto al territorio, consapevoli, che il progetto come intervento di modificazione, dovrà dialogare con esso per costituire una nuova condizione spaziale, che valorizzi il luogo stesso.
Il coordinamento visivo delle infrastrutture deve riflettere la tendenza (climax) culturale attuale.
Ogni funzione deve essere leggibile in quanto tale: riconoscibile e coordinabile.
Questo criterio è assolutamente necessario per portare, da un lato il servizio a una visiva funzionalità, dall’altra a una città visivamente contemporanea. Il ponte è un “landmark”, memorizzabile nel paesaggio urbano.
L’ambiente nel quale s’inserirà il ponte Expo richiede colori acromatici per evitare un incremento di disordine e rumore visivo. Questa considerazione porta a una scelta in cui si previlegia la percezione dinamica della struttura architettonica piuttosto che l’evidenziazione formale degli elementi costruttivi.
Due sfumature di grigio “chiaro-scuro, scuro-chiaro” comunicano un’opposizione dinamica, rendendo cinetica la lettura del ponte.
Il percorso della scala acromatica dal grigio più scuro al grigio più chiaro s’inverte su ogni arco, in modo che sia nell’arco successivo, sia nell’arco in fronte, non ci siano mai corrispondenze visive del medesimo colore; in questo modo da tutti i punti di vista percorrendo la strada sopraelevata si percepisce la differenza cromatica tra gli archi di destra e sinistra. A causa della limitazione del contrasto tra chiaro e scuro, imposto dalla Regione e la modificazione del progetto architettonico, nel quale la continuità visiva dell’onda è ora interrotta, ho scelto di applicare ad ogni arco una sfumatura cromaticamente identica.
Dal fluire di un’unica onda si è passati alla successione di tre onde su un lato e due sull’altro.
Le sfumature o scale acromatiche sono composte da 20 colori, percettivamente equidistanti tra loro. Per non avere grigi identici, che si fondono visivamente sugli archi che si fronteggiano, la dimensione delle singole campiture è in proporzione aurea, per accellerare la sfumatura da una parte rallentandola dall’altra, non solo per gli archi che si fronteggiano, ma anche in sequenza.
L’impalcato del ponte e le funi sono in color argento, per dare un aspetto tecnologico ed evitare la similitudine con i grigi delle onde.


Il passaggio da un colore all’altro è realizzato attraverso la suddivisione in 18 campi,
per un totale di 20 colori. Per non avere grigi identici, che si fondono visivamente
sugli archi che si fronteggiano, la dimensione delle singole campiture è in proporzione
aurea, per accelerare la sfumatura da una parte rallentandola sull’altra, non
solo per gli archi che si fronteggiano, ma anche in sequenza.